Il tabellino segna: Napoli 0 – 2 Fiorentina. Il Napoli incassa la terza sconfitta consecutiva in Campionato (l’ultima vittoria è arrivata ai danni del Sassuolo con un autogol di Obiang al minuto 94′) e la diciassettesima al San Paolo (ultima vittoria targata: 19 ottobre 2019), numeri da lotta per non retrocedere.
Gattuso stesso, nel postpartita di Napoli – Fiorentina ha dichiarato: “Siamo privilegiati, facciamo un lavoro che non è manco un lavoro. Basta cercare alibi. Sembrano undici che stamattina si sono conosciuti e si so’ messi la maglia addosso”.
Possiamo analizzare tante cose avvenute durante la partita, tanti eventi, ma a che servirebbe? Se il problema del Napoli in questo momento, è il Napoli stesso, nei giocatori che scendono in campo, in quelli che restano in panchina ed in quelli che vanno in tribuna, dov’è la soluzione?
Davanti agli occhi, il fermo immagine di Callejon che a tu per tu con Dragowski butta fuori un pallone più facile da segnare che da sbagliare.
Per non parlare dell’azione dove, sempre lo spagnolo, davanti al portiere viola, con un tiro di piatto non gonfia la rete alle spalle di Dragowski.
Che dire? La sintesi di Napoli – Fiorentina è tutta in queste occasioni: la bella parata del portiere ospite su un bel gesto tecnico di Milik nel primo tempo, il palo (l’ennesimo) colpito da Insigne e le due chanches magistrali di Callejon; tutto il resto è fumo negli occhi. Vengono fatte le solite giocate, i soliti tagli prevedibili arginati facilmente dalla difesa viola, i soliti lanci in avanti alla disperata, cercando un compagno o – come si dice qui a Napoli – nu poco ‘e ciorta.
Possiamo star qui a parlare di tutto ciò per giorni, mesi, anni: fatto sta che dopo la questione legata all’ammutinamento, dopo i mille pareggi ed alcune sconfitte con squadre che negli scorsi anni al San Paolo venivano surclassate, ormai il Napoli è irriconoscibile.
Nulla togliere alla Fiorentina, ovviamente, che ha giocato un’ottima partita: fase difensiva ordinata ed una fase offensiva che ha trovato molte volte un miracoloso Ospina sul suo corso, altrimenti lo score finale sarebbe stato molto più difficile da digerire: più di quanto non lo fosse già ora.
La prossima in casa, in campionato, è con la Juventus dell’ex Maurizio Sarri e prima di affrontare i bianconeri, i partenopei, troveranno sul loro corso (in Coppa Italia) la Lazio di Simone Inzaghi.
Due partite sporche che in questo momento segnano una stagione, due partite che ora i partenopei sono chiamati a vincere per trasformare i fischi in applausi.
Qualcuno salvi il soldato Napoli.
Matteo Grassi.
